sabato 18 settembre 2010

Nikita 1x02 - 2.0

E’ difficile giudicare un nuovo telefilm basandosi solo sulla premiere, e per questo si aspettano di solito le puntate successive per avere una visione più completa e precisa di ciò che si sta guardando. La seconda puntata quindi assume un ruolo ancora più importante della prima, portando spesso a delusioni. Ecco, Nikita non rispecchia questa tradizione. L’episodio è piuttosto semplice: la Division si appresta a proteggere un noto criminale, Mirko Dadich, che viene liberato per errori nel processo nonostante le manifestazioni di protesta della popolazione. Ci si potrebbe chiedere perché una organizzazione governativa, per quanto marcia, dovrebbe proteggere un terrorista che, di nuovo a piede libero, sta già organizzando un colpo di stato per riprendere il comando del suo piccolo paese. Semplicemente perché Percy vuole mettere le mani sulla riserva di uranio che il criminale aveva nascosto prima di essere arrestato. E non è nemmeno l’unico, visto che una banda di mercenari è alle costole di Dadich per lo stesso motivo. Nel frattempo Alex viene mandata in missione, per la prima volta, proprio per intrattenere sessualmente il trafficante, sfruttando l’occasione per avvertire Nikita dell’operazione in corso. Dopo sparatorie, e il rapimento da parte dei mercenari del russo, sia la Division che Nikita si mettono sulle sue tracce più che altro per ritrovare il segnalatore GPS su cui è segnata la posizione dell’uranio. Alla fine ovviamente Nikita riesce a recuperarlo e a scappare, mentre la Division uccide Dadich per salvarsi la faccia davanti a FBI e CIA: Nonostante la semplicità della trama l’episodio offre numerosi flashback che ci spiegano come si siano conosciute Alex e Nikita, e mostra un nuovo loro lato. La scena in cui Nikita inizia a far disintossicare Alex mi è piaciuta effettivamente non poco, perché ha mostrato la fragilità della protagonista nel rivedere parte del suo passato, mentre trattiene di spalle le lacrime ricordando probabilmente come anni prima lei si fosse trovata nella stessa situazione, mostrando così una sorta di umanità e preoccupazione per quella che diventa la sua allieva. Tutto ciò è ben mostrata senza esagerazioni da una Maggie Q perfettamente in grado di riuscire abilmente a tratteggiare una donna forte, sicura di se e combattiva, ma che al tempo stesso si preoccupa non solo di Alex, ma anche di Micheal, salvandolo da una aggressione, nonostante faccia ancora parte della Division. Il rapporto/scontro con quest’ultimo poi è sempre più interessante perché risulta evidente l’affetto che li lega e come in definitiva si coprano le spalle l’un con l’altro perché lo stesso Micheal sa che l’organizzazione per cui lavora ha perso lo spirito per cui era nata, esternando dubbi che sicuramente lo porteranno ad allontanarsi sempre di più da Percy e i suoi traffici. Viene ancora una volta ricordato come la Division sia un organo molto influente, a causa di tutte le prove accumulate duranti gli ultimi decenni e come queste siano una sorta di assicurazione che permette a Percy praticamente di fare ciò che vuole. Anche gli altri personaggi iniziano ad esser meglio delineati, come il nerd creatore di “Shadownet”, molto sicuro di se, spocchioso ed egocentrico, estremamente tipizzato quindi; e Amanda, aka Julie Cooper, che non solo prepara le reclute alle missioni, ma è anche l’”Inquisitore”, l’agente che si occupa degli interrogatori più difficili; questo suo essere spietata, contrapposto al suo aspetto e alla ricerca della bellezza nelle ragazze lo trovo essere giusto e anche molto interessante per un personaggio che così non risulta banale,ma piuttosto imprevedibile. Ma la vera sorpresa è Alex. Nella scorsa puntata non mi aveva troppo convinto, eppure vedere nei flashback come fosse messa male un anno prima fa assumere tutto un altro spessore al personaggio che ora si ritrova ad essere quello maggiormente a rischio, evidenziando quindi una netta maturazione. E’ ancora un mistero sulle motivazioni che hanno portato Nikita ad interessarsi della ragazza, ma il dialogo finale ci fa capire che non si è trattato di un caso, e che molto è ancora da scoprire. Quello che mi è piaciuto sostanzialmente nell’episodio è che si inizia a vedere una direzione ben precisa su dove porteranno gli eventi. I personaggi vengono caratterizzati sempre di più risultando non solo più credibili, ma anche più vicini allo spettatore che sicuramente è più in grado di empatizzare con loro. Nikita non è semplicemente una nuova Sydney Bristow, cosa che nel pilot non era così evidente. Le due in comune hanno solo la storia alle spalle, e il fatto di essere entrambe due donne forti. Nikita risulta essere più manipolatrice, accattivante, provocatrice, è una persona che sa rischiare e ne approfitta, ha meno scrupoli morali e una sete di vendetta che rappresenta il vero e proprio spirito della serie, cosa che ci viene anche ricordata nel breve ma efficace previosly. La CW sicuramente ha azzeccato scegliendo questo show tra le nuove proposte e gli ascolti stanno premiando tale decisione. Infatti questo è lo show più seguito del canale probabilmente perché in grado di interecettare più target rispetto alla adolescente twilighttiana media. In definitiva chi si trova a dover scegliere cosa guardare di nuovo quest’anno dovrebbe dare una possibilità a Nikita perché ne vale la pena. Se vi piacciono sparatorie, lotte corpo a corpo, un po’ di mistero e un pizzico di sarcasmo questo è lo show che fa per voi




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