Vi sarete resi conto che su questo blog le recensioni di “The Event” arrivano sempre in estremo ritardo. Questo perché il telefilm non è un telefilm facile, e bisogna avere la giusta “ispirazione” per parlarne. Iniziamo facendo il resoconto degli avvenimenti:
L’aereo scomparso dello scorso episodio atterra nel deserto dell’Arizona e dopo una serie di esplosioni i passeggeri riescono a salvarsi. Solo allora però Michael sprona Sean a scappare, perché non è al sicuro lì, infatti gli aerei che sembrerebbero dei soccorsi non lo sono. Michael dice anche al ragazzo che è stato costretto a dirottare l’aereo dai rapitori della figlia Leila e che tra i rapitori c’era anche Vicky (la ragazza che era in crociera con Sean e la fidanzata). Il ragazzo corre via, ma nella corsa perde i sensi e si risveglia in ospedale. Qui il ragazzo convince la sua infermiera a chiamare la polizia per aiutarlo, ma la ragazza scopre che su Sean c’è un mandato d’arresto per l’omicidio di Greg (quello che in crociera sembrava essere il ragazzo di Vicky, ricordate?). Durante un flashback ci viene mostrato che, ovviamente, non è stato Sean ad ucciderlo ma uno dei rapitori di Leila. Il ragazzo, con l’arrivo della polizia, cerca di scappare ma alla fine viene catturato da due agenti, che non credono assolutamente alla sua storia.
Intanto il presidente degli Stati Uniti (Elias Martinez, tanto per rinfrescare i nomi), subito dopo che l’aereo scompare, va con i suoi agenti ad informarsi su che fine abbia fatto l’aereo. Dopo aver appreso da Blake Sterling (il suo collega) che non hanno a disposizione nessun marchingegno che provochi una cosa del genere, quest’ultimo gli suggerisce che sono sicuramente stati i famosi prigionieri che il presidente voleva liberare. Perché? Un flashback ce lo spiega subito:
Quello persone erano state catturate in Alaska in seguito ad un incidente aereo nel 1944, anche se all’insaputa delle fonti ufficiali alcuni di loro son scappati. Dopo alcuni studi si era scoperto che il DNA di quelle persone non era di origine terrestre e che quindi sarebbe stato meglio tenerli prigionieri.
Tornati al presente, scopriamo quindi che il presidente non libererà più i prigioni, ma al contrario va a parlare con Sophia, la prigioniera conosciuta nell’episodio precedente. La ragazza però si rifiuta di raccontare la verità al presidente ma lo avverte che i suoi compagni son stanchi di stare in prigione e di aspettare.
Intanto Blake Sterling incarica all’agente Simon Lee di localizzare tutti gli altri “alieni” (o qualunque cosa siano) che sono in libertà ma, colpo di scena, Simon Lee e uno di loro. L’agente, dopo aver ricevuto le coordinate dell’aereo scomparso, si dirige lì ma trova tutti i passeggeri a terra privi di sensi.
Che dire su questa puntata? Beh, la chiara influenza sia da parte di Lost che di FlashForward è chiara, anche se non so quando (soprattutto sull’ultimo show) questa cosa possa essere d’aiuto. Pare che il telefilm si spinga sulla strada “in ogni episodio diamo una risposta ma poi mettiamo nuove domande” e forse questa peculiarità potrebbe essere un elemento di suo vantaggio. Ammetto che personalmente la trovata degli alieni non mi è piaciuta, ma do il beneficio del dubbio in quanto non ci è ancora stato chiarito se siano davvero alieni o altro, e magari la spiegazione che ci daranno sarà molto valida.
Lo show continua ad andare avanti a flashback (di chiara ispirazione Lostiana) anche se delle volte ci troviamo davanti dei flashback apparentemente inutili (come ad esempio l’incontro tra Sean e Leila). Un altro elemento finora curioso è che le due trame, nonostante legate dall’aereo, in questo episodio sembrano essersi allontanate, ma non credo che la cosa continuerà molto.
Attendiamo il prossimo episodio anche per scoprire se l’Evento era la scomparsa dell’aereo o ci sarà dell’altro. Sceneggiatori, sorprendeteci! In ogni caso è un ottimo telefilm per passare 40 minuti ma che può facilmente valerne la pena di essere visto!
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