mercoledì 20 ottobre 2010

The Event 1x05 - Casualties of War

Chi segue questa serie può tirare un sospiro di sollievo: nonostante gli ascolti non siano quelli sperati la NBC ha ordinato altri nove episodi, portando quindi la stagione alle consuete ventidue puntate. Ma ne vale davvero la pena? La scena si apre subito sui passeggeri del volo Avias 514 che sono stati infettati da qualche agente patogeno che nemmeno le tecnologie più avanzate riescono a trovare mentre le loro condizioni peggiorano visibilmente. Il presidente Martinez in riunione, riceve una telefonata da Thomas, il capo dei dormienti che vuole scambiare l’antidoto per la malattia con i detenuti in Alaska permettendone quindi la liberazione. Vediamo inoltre dei flashback del 1944, nel momento in cui lui si è separato da Sophia e gli altri, guidando il gruppo in grado di muoversi verso un posto sicuro. Viene quindi mostrato come una sorta di vice-comandante, che deve salvare la sua gente e riportarla verso la loro casa. Veniamo inoltre a conoscenza del fatto che loro provengono da una civiltà, anche se non sappiamo bene ancora di cosa stiamo parlando qui, con una tecnologia molto più avanzata della nostra, che pone dei seri limiti ai loro piani. Così, un anno dopo, vediamo Simon Lee che riesce a rintracciare Thomas e scopriamo che lui stia partecipando al “progetto Manhattan”, aiutando quindi il governo nello sviluppo di nuove tecnologie. Ho trovato questa svolta davvero interessante perché ci mostra come ci sia in realtà molto più dietro rispetto a quello che abbiamo visto fino ad ora. Queste persone, qualunque cosa siano, hanno modificato il corso degli eventi, hanno influenzato l’intera storia moderna dando quel qualcosa in più a una trama che inizia ad interessare. Questo voler sfruttare eccessivamente i flashback inizia ad aver un suo senso, mostrandoci quindi una storia che trascende il tempo stesso e si sviluppa quindi su più livelli temporali. E non è una cosa da poco. Thomas inoltre sembra con il tempo aver acquisito una sorta di egocentrismo che lo portano a sopravvalutare se stesso e i suoi metodi, essendo convinto che Elias cederà al suo ricatto. Peccato che messo alle strette, il Presidente non solo non acconsentirà all’accordo, anzi, minaccia anche di uccidere tutti i novanta e più detenuti se non arriverà presto l’antidoto. E anche questo svolta, inaspettata forse, è stata interessante perché rende il personaggio molto più complesso e non così semplice e puro come era parso fino ad ora. Questa determinazione e l’assumersi una grande responsabilità sicuramente giova ad un personaggio che fino ad ora non aveva convinto appieno. E sinceramente non ci ho visto chissà quale cambiamento brusco, come gli fa notare la moglie, ma solo una presa di decisione netta, che per quanto forse crudele era l’unica soluzione. Infatti sarà proprio Thomas a cedere in cambio però della liberazione della sola Sophia. Quest’ultima inoltre assume ancora il ruolo del comandante con sani principi e una forte morale quando dice a Simon di impedire il massacro dei passeggeri a costo di altri 66 anni di prigionia. Alla fine lei viene rilasciata, con la speranza anche che possa essere un freno su Thomas. Per quanto riguarda Sean invece, vediamo come sia ancora assieme all’agente Collier sulle tracce di Leila. Dopo aver chiamato un suo amico per farsi aiutare a tracciare il cellulare di Vicky, riceve la chiamata della fidanzata che gli rivela la sua posizione. Leila però capisce guardando uno screensaver che in realtà è tutta una messa in scena e si tratta solo di una trappola per Sean. Quest’ultimo però scopre la situazione appena in tempo, essendo stato avvisato dall’amico che Vicky è nello stesso palazzo della ragazza. Così decide di ricattare Vicky con la foto del figlio, che durante l’episodio scopriamo anche non essere realmente suo, ma si trattava di un neonato che lei ha salvato non essendo stata in grado di ucciderlo cinque anni prima, che quindi ha preso con se. In cambio del silenzio del protagonista, la donna uccide tutti i suoi complici e permette a Leila e Sean di fuggire, inscenando una sparatoria. Peccato che il suo compagno non sia morto a quanto pare, dato che il suo corpo non è più presente sulla scena. Ho trovato forse questa trama più debole dell’altra, ma almeno i due piccioncini si sono ritrovati quindi non dovremo più sopportare i loro odiosissimi pianti. E il voler quasi umanizzare Vicky, a mio parere, non era necessario perché un cattivo con le palle e senza umanità è anche piuttosto bello da guardare. Abbiamo ancora molti interrogativi da risolvere, e sinceramente siamo piuttosto curioso di vedere i piani di questo gruppo di persone non ancora ben definito. C’è ancora molta carne al fuoco che deve essere sviluppata e sviscerata. Nella speranza che gli autori sappiano quello che stanno facendo, ammetto che la risposta alla domanda iniziale è si, perché lo show incomincia davvero a valere la pena di essere guardato.

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